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di Rossella Gemma

La Società Italiana di Farmacologia - SIF - condivide la necessità di attenzionare l'uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici nel nostro Paese, e ritiene necessario sottolineare l’altrettanta priorità che il decisore politico strutturi un dialogo costante con i soggetti deputati allo studio delle sostanze e alla ricerca nel campo della farmacologia di base, applicata e clinica.

“L’attivazione di un Piano Nazionale che abbia come obiettivo quello di prevenire, intercettare e impedire l'accesso del Fentanyl e dei suoi analoghi in Italia, è assolutamente prioritario - dichiara il Presidente della SIF prof. Giuseppe Cirino - perché anticipa un problema che altrove è già una emergenza conclamata. Il sistema di prescrizione di oppioidi italiano è regolamentato in maniera stringente dalla legge 15 marzo 2010 n. 38, quindi un abuso di oppioidi come negli Stati Uniti è davvero poco probabile. Tuttavia, il rapporto OsMed del 2021 ha mostrato che in Italia le dosi di oppioidi si assestano a circa 8 dosi giornaliere per 1000 abitanti, contro le 20 che si registrano ad esempio in Austria e Germania” continua Cirino.

L’auspicio della Società Italiana di Farmacologia - SIF - è che si possa, dunque, strutturare una sinergia costante tra i tavoli di lavoro che si occupano di monitorare il ‘fenomeno’ dell’uso improprio del Fentanyl in Italia, tenendo conto che la Società Italiana di farmacologia ha al suo interno un Gruppo di lavoro “Dipendenze Patologiche”, costituito nel Febbraio 2013, che vanta tra i suoi iscritti esperti di fama mondiale le cui ricerche hanno contribuito in modo sostanziale alla conoscenza del fenomeno delle dipendenze, dei meccanismi d’azione sottesi e all’individuazione di strategie terapeutiche innovative. 

Già nel luglio dello scorso anno la SIF aveva pubblicato, su SifMagazine, un approfondimento sul tema delle dipendenze patologiche dal titolo “L’abuso di antidolorifici da prescrizione come la morfina e simili è solo un problema americano?” nel quale veniva sottolineato che il sistema di prescrizione di oppioidi italiano è regolamentato in maniera stringente dalla legge 15 marzo 2010 n. 38, quindi un abuso di oppioidi come negli Stati Uniti è davvero poco probabile, tuttavia non escluso.

 

Gli oppioidi sono delle sostanze di origine naturale (morfina, codeina, chiamati anche oppiacei), semisintetiche (eroina, ossicodone, idrocodone) o totalmente di sintesi (fentanyl) con un alto potenziale d’abuso. La molecola dalla quale derivano è la morfina, il principale alcaloide contenuto nell’oppio con effetto narcotico e analgesico. Gli oppioidi da prescrizione per la loro attività si configurano come gli antidolorifici più efficaci e potenti, ed in Italia i pazienti possono accedere a questi farmaci soprattutto tramite i centri per la terapia del dolore e con ricette speciali. Questa regolamentazione ferrea è giustificata dalla tolleranza, assuefazione e dipendenza che possono determinare. Da non sottovalutare una eventuale overdose, che provoca una grave depressione respiratoria, potenzialmente mortale.