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di Rossella Gemma

La pandemia ha modificato in peggio gli stili di vita degli italiani, riducendo controlli e monitoraggi soprattutto in campo cardiovascolare. Diversi studi hanno, anche, riscontrato un incremento delle patologie cardiovascolari proprio in coloro che hanno avuto il Covid-19. E sebbene il 2021 abbia mostrato una ripresa dei controlli cardiovascolari rispetto al 2020, si rimane ancora al di sotto delle performance del 2019. A lanciare l’allarme è la Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC), che promuove e organizza, per il prossimo 13 maggio, la Seconda Giornata Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare.

“La frenata imposta dal Covid-19 ha avuto gravi conseguenze - sottolinea Massimo Volpe, Presidente SIPREC - I dati del 2021, ancora provvisori, mostrano già una riduzione delle prestazioni cardiologiche di circa il 20%. Anche l’impiego di molti farmaci cardiovascolari, come si evince da numerose analisi, ha mostrato una stazionarietà o un arretramento. Ma l’elemento a cui bisogna prestare maggiore attenzione è che nei soggetti colpiti dal Covid si è riscontrato un aumento del 20-25% di tutte le malattie cardiovascolari, come aritmie, infiammazioni di miocardio e pericardio, cardiopatia ischemica, ictus cerebrale, malattie a carattere trombo-embolico. Questo è stato riassunto molto bene in un articolo pubblicato recentemente su Nature Medicine con dati molto solidi ottenuti negli Stati Uniti: l’evidenza emerge sia su una popolazione coeva senza infezione da Covid che in rapporto a una popolazione del 2017 analoga per caratteristiche. Questo aumento del 22-23% riconducibile al Covid è trasversale ed è destinato a differenziare sia chi ha avuto il Covid da chi non lo ha avuto che questa epoca da quella precedente”.

Secondo la SIPREC in ambito di prevenzione cardiovascolare vi sono tre priorità emergenti da cui è necessario ripartire. “Anzitutto – evidenzia Volpe – si deve attribuire maggiore importanza a sovrappeso e obesità nella determinazione delle malattie cardiovascolari, fattori di rischio finora sottovalutati, tanto che il Documento che la SIPREC presenterà in occasione della Giornata verterà proprio su questo. Un secondo elemento è l’aderenza, non solo alle terapie, ma anche allo stile di vita: se non si convincono le persone che è necessario mantenere un’alimentazione corretta e varia, non fumare, fare attività fisica, si rischiano grandi danni. Proprio su questo punta la Giornata, che si rivolge sia alla classe medica che agli individui sani che nel corso della loro vita rischiano una di queste patologie, che restano la prima causa di ospedalizzazione. Il terzo punto è quello delle vaccinazioni, finora mai sufficientemente considerate come interventi di prevenzione cardiovascolare: tuttavia, sia quella antinfluenzale che quella contro il Covid si sono rivelate importanti per ridurre l’impatto su affezioni del cuore e dei vasi a carattere trombotico, tromboembolico o infiammatorio”.

Tra gli insegnamenti tratti dalla pandemia vi è l’uso delle nuove tecnologie, che proprio nella prevenzione cardiovascolare propongono alcune importanti potenzialità. “La telemedicina permette di controllare a distanza parametri come la pressione arteriosa o i principali esami di laboratorio che condizionano le malattie cardiovascolari, come la glicemia nel diabete o ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia nelle malattie a carattere aterosclerotico, o ancora gli stili di vita del paziente che possono essere influenzati” conclude Volpe.